Tuesday, March 1, 2011

CARD. BAGNASCO: LA COSCIENZA È “L’ECO DELLA VOCE DI DIO”

"La Chiesa ha molta stima e fiducia nella scuola perché è un luogo privilegiato dell'educazione, tanto più che siamo nell'ambito del decennio sulla sfida educativa scelto dalla Cei": lo ha affermato ieri sera l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine dell'incontro 'La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman' che si è svolto a Genova. Il cardinale ha poi aggiunto: "ci sta a cuore l'educazione integrale, anche attraverso la scuola, e in qualunque sede, statale o non statale, l'importante è che ci sia istruzione e formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli". Inoltre "ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generosità, impegno e competenza, sia nella scuola statale che non statale. Quindi il merito va a loro". "Tutti quanti - ha proseguito il cardinale - ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell'educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale". "In generale - ha concluso - sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli".

"La coscienza viene spesso intesa come pura soggettività, ognuno fa quello che vuole, quando vuole, invece la coscienza, dice Newman, è l'eco della voce di Dio che ci indica la via della vita, la via del bene e della verità". Lo ha affermato ieri sera l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, al termine del Convegno 'La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman' al quale sono intervenuti padre Hermann Geissler, direttore del Centro Internazionale Amici di Newman e Lina Callegari, autrice del volume 'John Henry Newman. La ragionevolezza della fede'. "La vera coscienza - ha affermato ancora il cardinale - è dentro di noi ed il Santo Padre, nella Chiesa Cattolica, ha il compito, per mandato di Cristo, proprio di richiamare la coscienza alla voce che è insita in lei, ossia della verità e del bene, soprattutto quando la coscienza è stordita da mille voci opposte". Parlando del cardinale Newman, il porporato lo ha definito "un personaggio di grande attualità, un uomo che ha dialogato, con la modernità in modo particolarmente acuto e si è messo in discussione fino al percorso che egli ha fatto con l'approdo alla Chiesa Cattolica, meditando e riflettendo nella ricerca della verità, nell'approfondimento di alcune categorie particolarmente sentite oggi come ad esempio il tema della coscienza".
In precedenza, il cardinale Bagnasco aveva spiegato che "la voce della coscienza può essere stordita da mille voci, ma queste hanno solo il potere di rendere più difficoltoso ascoltarla, di farci cadere in errore, di fare diventare la coscienza, non il criterio della verità, ma della soggettività dell'individualismo". Il sapere della coscienza, ha aggiunto, "riguarda le cose decisive dell'uomo, della vita e cioè il destino, nostro e il criterio dell'agire la moralità il bene e il male il vero e il falso" e senza questa conoscenza "il nostro vivere rischia di essere disumano e disumanizzante e la nostra vita rischia di essere un percorso di insoddisfazione e di angoscia". Il porporato ha poi spiegato che "ogni uomo cerca la verità" e che san Tommaso diceva che "la verità non si concede a tutti" soprattutto se l'uomo vuole "possederla e farne un oggetto proprio". La verità "morale e spirituale" invece, "si rivela solo all'uomo che "è umilmente disponibile a farsi giudicare dalla verità" perché, "se colui che è in ricerca non è disposto a farsi giudicare dalla verità, non la troverà affatto". Per questo, ha concluso, "dobbiamo essere docili alla verità" anche se questo implica "cambiare la nostra vita, le nostre abitudini, schemi mentali, comodità, interessi. Lasciarsi giudicare ed essere docili alla verità è la condizione fondamentale perché la verità ci venga incontro".
"Oggi la parola coscienza è un termine equivoco e spesso malinteso. Con il suo cammino di vita e la sua solida dottrina il beato John Henry Newman può aiutarci a riscoprire il vero significato della coscienza come eco della voce di Dio, rigettando nel contempo interpretazioni insufficienti ed errate": lo ha affermato padre Hermann Geissler, direttore del Centro Internazionale Amici di Newman, concludendo la relazione che ha svolto ieri pomeriggio a Genova al Convegno 'La formazione della coscienza nel Beato John Henry Newman'. "Newman - ha conlcuso - ha sempre affermato pienamente la dignità della coscienza soggettiva, senza deviare mai dalla verità oggettiva". In precedenza, padre Geissler, aveva spiegato che "Newman mantenne la correlazione tra coscienza e Chiesa" per cui "non si può richiamarsi a lui per contrapporre l'autorità della coscienza a quella del Papa". Lina Callegari, autrice del volume 'John Henry Newman. La ragionevolezza della fede' ha parlato, invece, del rapporto tra fede e ragione in Newman affermando che "la religione rivelata non teme il vaglio della ragione" perché "funzione della ragione è di analizzare, valutare ma non creare". L'autrice ha poi parlato di "egoismo religioso" del cardinale Newman in quanto "in definitiva tutto ciò che ha scritto, tutte le riflessioni le ha fatte per sé stesso". Perché "Newman ha a cuore la propria anima e vuole essere certo di essere nella vera Chiesa".

Da www.agenziasir.it

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