Saturday, July 31, 2010

Video dell'Oratorio di Birmingham

In vista della beatificazione del Cardinale Newman il Corpus Christi Watershed ha prodotto nove video girati nell'Oratorio di Birmingham.
Grazie a Magdalen Ross per la segnalazione.

Friday, July 30, 2010

Parla il cardinale Saraiva Martins: "Benedetto XVI ha voluto fare beato il cardinale Newman perché è come lui"

“Joseph Ratzinger è affascinato da John Henry Newman perché nel cardinale inglese convertito al cattolicesimo dall’anglicanesimo vede in qualche modo se stesso. Newman quando era anglicano fondò a Oxford un movimento religioso, il ‘Movimento di Oxford’, che aveva come obiettivo la salvezza della chiesa anglicana dal liberalismo del giorno, quel liberalismo che era antidogmatico per principio. Anche Ratzinger vuole liberare la cristianità da ogni liberalismo. E ancorarla sulla purezza della fede, della dottrina, del suo credere bimillenario. E, come Newman lo vuole fare salvando, integrando, non escludendo le fazioni estreme”.
José Saraiva Martins, portoghese, è un cardinale della curia romana oggi in pensione. Da due anni ha lasciato la guida della Congregazione per le cause dei santi. Ma è ancora pieno di energie. Nella sua abitazione adiacente il Vaticano scrive, studia e aspetta il 19 settembre, il giorno in cui il suo “allievo prediletto”, appunto Newman, verrà beatificato dal Papa in quel di Cofton Park, periferia di Birmingham. Newman un suo allievo? “In un certo senso sì – dice – Sono stato per diversi anni rettore dell’Università Urbaniana. Newman nel 1846-47 fu allievo dell’Urbaniana (allora si chiamava Collegio di Propaganda Fide, ndr). Nell’aula del Senato accademico, il cuore dell’Università, ho fatto mettere un ritratto dell’allievo ‘più illustre’, appunto Newman. Perché nessuno lo dimentichi”.
Quali sono le forze estreme che Ratzinger vuole salvare? “La via del Papa è in un certo senso la ‘via media’ di Newman. Il cardinale inglese prima di convertirsi sognava un anglicanesimo vicino a Roma, una confessione religiosa che mantenesse la propria identità senza cedere negli estremismi. Così vuole Benedetto XVI. I segnali, le aperture fatte oggi verso gli anglicani e ancora prima verso i lefebvriani dicono questo: la strada è quella dell’unità senza ledere le diversità. Nella chiesa ci sono sempre state spinte anti-romane, o semplicemente estreme. Il Papa non vuole che nessuno si senta escluso”.
Poi però Newman abbandonò il suo sogno e si convertì al cattolicesimo. Dice Saraiva: “Visse con dolore il distacco dall’anglicanesimo. Ma il suo non fu un rinnegamento. Era convinto che nella chiesa cattolica ci fosse la verità. Ed era convinto che la strada della ricerca della verità fosse percorribile da chiunque, anche da ogni anglicano. La ricerca della verità è stata una costante nella sua vita. Fin dalla giovanissima età. Come Ratzinger, anche Newman era uno studioso appassionato dei padri della chiesa dei primi secoli. Furono i padri a trascinarlo verso Roma, verso il Papa. Dai padri apprese la perfezione evangelica. La purezza del cristianesimo, quella purezza che oggi il Papa chiede che la chiesa cattolica riscopra. Newman nacque in un’epoca travagliata molto simile alla nostra. Ogni certezza vacillava. I credenti dovevano combattere contro la minaccia del razionalismo e del fideismo. Il razionalismo rifiutava l’autorità e la trascendenza, il fideismo distoglieva le persone dalle sfide della storia e generava in loro una dipendenza insana dall’autorità e dal soprannaturale. Per Newman l’unione di fede e ragione erano la sintesi necessaria contro queste derive. Fede e ragione erano per lui due ali per raggiungere la contemplazione della verità’”.
Newman morì l’11 agosto 1890. Il quotidiano londinese Times pubblicò il giorno successivo un lungo elogio funebre che terminava così: “Di una cosa possiamo essere certi, cioè che il ricordo di questa pura e nobile vita durerà e che egli sarà santificato nella memoria della gente pia di molte confessioni in Inghilterra. Il santo che è in lui sopravvivrà”. Spiega Saraiva: “Ha scritto bene il Times. Perché Newman è un esempio per tutti, anche e soprattutto per gli anglicani. Tutta la sua vita fu fondata su un sano ecumenismo. Questo non è ricerca di un qualcosa che accomuna fedi diverse. Non è anzitutto questo. E’ piuttosto ricerca assieme della verità. Newman questo dettame mise in pratica. La ricerca lo portò a Roma. Non è detto che per tutti l’approdo debba essere lo stesso. Credo che Ratzinger condivida in pieno questo esercizio ecumenico di Newman: verso le diverse fedi cristiane ha un approccio libero, non pone paletti, è aperto verso tutti e rispetta la storia di tutti. Non a caso ha promulgato la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Non a caso ha parlato più volte del primato di Pietro, della necessità di salvaguardarlo ma nel rispetto delle diverse posizioni che in merito hanno ad esempio gli ortodossi”.
Il processo fino alla beatificazione di Newman non è stato breve. Newman è stato riconosciuto venerabile nel 1991. Il miracolo che gli ha permesso di divenire beato è invece recentissimo. Dice Saraiva: “Ho seguito da vicino tutte le fasi del processo. Quando si parlava del miracolo della guarigione per intercessione di Newman del diacono permanente Jack Sullivan mandai un esperto della Congregazione a verificare, ad appurare ogni cosa. Così abbiamo fatto in ogni fase del processo. Tutto deve essere fatto con rigore e senza errori. Per questo dico sempre, e lo ripeto anche per Newman: non esiste un processo lungo o un processo corto. Ogni processo ha i suoi tempi che dipendono dalla mole di documenti e testimonianze da verificare. Il ‘caso Newman’ aveva tantissimi documento da vagliare. E tutti sono stati visionati”.

Paolo Rodari
Il Foglio, giovedì 29 luglio 2010

Wednesday, July 28, 2010

La lotta al relativismo di Benedetto XVI è la stessa di Newman cento anni fa

Tutto è pronto a Cofton Park, periferia di Birmingham, per la beatificazione del cardinale John Henry Newman. Il 19 settembre il Papa, rompendo la regola da lui istituita che vuole che le beatificazioni siano celebrate da un rappresentante vaticano nella diocesi interessata, sarà sul luogo dove il cardinale anglicano, poi convertitosi al cattolicesimo, fondò l’Oratorio e concluse la sua vita. Ratzinger tiene molto a esserci.
In fondo il motivo del viaggio in Inghilterra e Scozia risiede qui. E poi, come dice Don Ian Ker, professore di teologia all’Università di Oxford e autore di “John Henry Newman: a biography”, “sono stati molti i Papi che hanno desiderato canonizzare Newman perché lo considerano una persona che ha dato il benvenuto alla modernizzazione ma rimanendo fedele all’autorità della chiesa”. Benedetto XVI ha dato un’importante accelerazione al processo di beatificazione. Certo, il miracolo attribuito a Newman grazie al quale Jack Sullivan ha superato una grave malattia alla spina dorsale ha accorciato i tempi. Ma è indubbio che la causa debba molto al Papa, alla sua spinta affinché la Fabbrica dei Santi giungesse al più presto a una conclusione.
Perché questo legame tra Ratzinger e Newman? Cosa spinse, già nel 1990, Ratzinger a definire Newman “grande dottore della chiesa”? Di risposte se ne possono dare tante. Una la dà Roderick Strange, rettore del Pontificio collegio Beda di Roma, istituto per la formazione delle vocazioni adulte di area inglese, da anni studioso di Newman. Nel suo ultimo lavoro uscito da poco in Italia, “John Henry Newman. Una biografia spirituale” (Lindau), Strange parla di un momento preciso nel quale si è reso evidente il debito di Ratzinger verso Newman. E’ il 18 aprile del 2005. Ratzinger, il giorno prima del conclave che poi l’avrebbe eletto, predica davanti al collegio dei cardinali. Qui cattura l’attenzione di tutti utilizzando l’immagine della chiesa come una barca scossa dalle onde create da correnti ideologiche, “dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo a un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via”. Dice Strange: “All’epoca fu considerato estremamente pessimista, in particolare nella conclusione: ‘Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie’. L’espressione ‘dittatura del relativismo’ può sembrare severa, eppure si collega al ‘mondo semplicemente non religioso’ di Newman. E non necessariamente il legame è una coincidenza”.
Il relativismo è per Benedetto XVI una minaccia. Perché quando la verità viene abbandonata si abbandona anche la libertà. E si scivola verso il totalitarismo. Ratzinger ne parla il 18 aprile del 2005. Ma già anni prima aveva esposto il tema. Quando? Ancora nel 1990, durante la conferenza per il centenario della morte di Newman.
Dice Strange: “In quell’occasione Ratzinger fece riferimento al legame tra verità e coscienza personale. Parlò di quando, da giovane seminarista poco tempo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fu introdotto al pensiero di Newman e proseguì sottolineando quanto fosse stato importante per lui il suo insegnamento sulla coscienza. Newman insegnava che la coscienza doveva essere nutrita come ‘un modo di obbedienza alla verità oggettiva’. E l’intera vita di Newman testimonia tale convinzione. Le prime esperienze di vita del futuro Pontefice erano state tuttavia molto diverse. ‘Avevamo sperimentato – disse Ratzinger – la pretesa di un partito totalitario che si riteneva il compimento della storia e che negava la coscienza dell’individuo. Uno dei suoi leader (Hermann Goering) aveva detto: ‘Non ho coscienza. La mia coscienza è Adolf Hitler’. Ecco lo slittamento nel totalitarismo. Quando la verità viene trascurata, quando non vi è uno standard oggettivo a cui fare appello, non creiamo spazio per facile tolleranza. La libertà viene lasciata senza difesa, alla mercé di chi è al potere. Il giovane Ratzinger provò quanto Newman aveva predetto: le conseguenze di quando la religione rivelata non viene riconosciuta come vera, oggettiva, ma viene considerata qualcosa di privato da cui la gente possa scegliere per sé qualsiasi cosa voglia”.
Newman venne creato cardinale nel 1879 da Leone XIII. Anch’egli stimava Newman, “il mio cardinale” lo chiamava. L’Osservatore Romano il 14 maggio, la vigilia del concistoro, pubblicò in prima pagina il discorso pronunciato da Newman dopo la consegna del Biglietto di nomina. Newman andò al cuore del problema che sentiva essere capitale. Disse: “Il liberalismo religioso è la dottrina secondo la quale non esiste nessuna verità positiva in campo religioso, ma che qualsiasi credo è buono come qualunque altro; e questa è la dottrina che, di giorno in giorno, acquista consistenza e vigore. Questa posizione è incompatibile con ogni riconoscimento di una religione come vera”. Scrive Inos Biffi sull’Osservatore del 20 maggio 2009: “E’ difficile non riconoscere la rovinosa attualità di questo liberalismo religioso, che preoccupava Newman nel 1879”. E preoccupa oggi Ratzinger.

Paolo Rodari
Pubblicato sul Foglio mercoledì 28 luglio 2010

Monday, July 26, 2010

Simposio internazionale su Newman a Roma

Il primato di Dio nella vita e negli scritti
del beato John Henry Newman

22-23 novembre 2010

Pontificia Università Gregoriana
Piazza della Pilotta, 4 00187 Roma


organizzato dal Centro internazionale degli Amici di Newmanin in cooperazione con la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana.


John Henry Newman (1801-1890), che sarà proclamato beato da Benedetto XVI il 19 settembre 2010, appartiene ai più geniali pensatori cristiani e continua a toccare le menti e le coscienze del nostro tempo. Come appassionato ricercatore della verità, instancabile promotore della cultura umana e cristiana, profondo conoscitore delle anime e figlio obbediente della Chiesa, ha saputo unire un pensiero forte con la testimonianza della vita, ponendo sempre Dio al primo posto.

Il Simposio cerca di mostrare il significato e l’attualità della sua ricerca di Dio (prima sessione) tenendo conto di alcune sfide del nostro tempo (seconda sessione) e valorizzando la sua profonda spiritualità (terza sessione) che spinge alla missione (quarta sessione). I relatori, scelti tra i più autorevoli studiosi di Newman a livello internazionale, affrontano con approcci diversi la grande questione di Dio che inquieta il cuore degli uomini di tutti i tempi.


Sarà prevista la traduzione simultanea.

Per ulteriori informazioni:
International Centre of Newman Friends
Via Aurelia 257, 00165 Roma

Tel.: 06 / 63 70 304

centro.newman@tiscali.it

www.newmanfriendsinternational.org

Facoltà di Teologia
Pontificia Università Gregoriana
Piazza della Pilotta 4, 00187 Roma
teologia@unigre.it

www.unigre.it

Il Simposio è sponsorizzato dalla Conferenza Episcopale dell’Inghilterra e del Galles.

Simposio internazionale su Newman a Roma

Simposio internazionale su Newman a Roma


Il primato di Dio nella vita e negli scritti
del beato John Henry Newman

22-23 novembre 2010

Pontificia Università Gregoriana
Piazza della Pilotta, 4 00187 Roma


organizzato dal Centro internazionale degli Amici di Newmanin in cooperazione con la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana.


John Henry Newman (1801-1890), che sarà proclamato beato da Benedetto XVI il 19 settembre 2010, appartiene ai più geniali pensatori cristiani e continua a toccare le menti e le coscienze del nostro tempo. Come appassionato ricercatore della verità, instancabile promotore della cultura umana e cristiana, profondo conoscitore delle anime e figlio obbediente della Chiesa, ha saputo unire un pensiero forte con la testimonianza della vita, ponendo sempre Dio al primo posto.

Il Simposio cerca di mostrare il significato e l’attualità della sua ricerca di Dio (prima sessione) tenendo conto di alcune sfide del nostro tempo (seconda sessione) e valorizzando la sua profonda spiritualità (terza sessione) che spinge alla missione (quarta sessione). I relatori, scelti tra i più autorevoli studiosi di Newman a livello internazionale, affrontano con approcci diversi la grande questione di Dio che inquieta il cuore degli uomini di tutti i tempi.


Sarà prevista la traduzione simultanea.

Per ulteriori informazioni:
International Centre of Newman Friends
Via Aurelia 257, 00165 Roma

Tel.: 06 / 63 70 304

centro.newman@tiscali.it

www:newmanfriendsinternational.org

Facoltà di Teologia
Pontificia Università Gregoriana
Piazza della Pilotta 4, 00187 Roma
teologia@unigre.it

www.unigre.it

Il Simposio è sponsorizzato dalla Conferenza Episcopale dell’Inghilterra e del Galles.

Thursday, July 22, 2010

Pellegrinaggio da Genova

Un pellegrinaggio partirà da Genova per accompagnare il Papa in Inghilterra in occasione della beatificazione del Card. Newman.

Per informazioni contattare l'organizzatore, Mario German, attraverso la sua pagina su Facebook.

Saturday, July 17, 2010

Teologo della coscienza

Teologo della coscienza
L'ammirazione di Benedetto XVI


Don Ian Ker, professore di teologia all'Università di Oxford e parroco a Burford, ha scritto "John Henry Newman: a biography", lo studio più importante sul grande teologo e cardinale. È stata una sua intervista televisiva nel 2000 a convincere Jack Sullivan a pregare Newman per ottenere la guarigione. Ed è stato proprio questo miracolo a consentire la beatificazione del cardinale. La celebrazione presieduta da Benedetto XVI avverrà il 19 settembre a Birmingham. Silvia Guzzetti ha incontrato don Ian Ker (precedenti servizi in SIR Europa del 16 e del 18 giugno 2010).

Jack Sullivan è stato guarito da una forma di paralisi alla schiena dopo essersi rivolto a Newman di cui aveva sentito parlare da lei in una intervista alla televisione nel 2000. È così?
"Sullivan guardava un programma su Ewtn, una emittente cattolica americana. Non sapeva molto di Newman ma è stato colpito da quello che stavo raccontando e dal fatto che dicevo che ci voleva un miracolo per cominciare il processo di beatificazione e ha deciso di chiedere a Newman di guarirlo ed è stato ascoltato. Era paralizzato e ha ricominciato a camminare".

Che cosa pensa della beatificazione?
"Sono molto contento. È un passo importante verso la santità di Newman. Sono sicuro che, una volta santo, Newman verrebbe subito scelto come dottore della Chiesa perché è uno dei grandi teologi che ha anticipato il Concilio Vaticano II su temi come l'ecumenismo, il ruolo dei laici, la libertà religiosa e la necessità, per la Chiesa cattolica, di adattarsi a un mondo che cambia".

Il Papa fa una eccezione alla regola da lui stesso stabilita per cui le beatificazioni vengono celebrate da un rappresentante vaticano nella diocesi interessata. Per il card. Newman Benedetto XVI sarà invece a Birmingham…
"Molti papi desideravano canonizzare Newman perché lo considerano una persona che ha dato il benvenuto alla modernizzazione, ma rimanendo fedele all'autorità della Chiesa. Rompendo le sue stesse regole il Papa dimostra che considera Newman un caso eccezionale, uno dei grandi teologi della Chiesa cattolica. Il Papa ha ammirato gli scritti di Newman dagli anni quaranta soprattutto la sua 'teologia della coscienza' dopo aver letto traduzioni di Theodor Haecker, uno studioso tedesco".

A volte si sente dire che lo spirito del Concilio Vaticano II è stato tradito e così anche il pensiero di Newman…
"Questa è l'interpretazione dei liberali all'interno della Chiesa. Newman non avrebbe tempo da perdere con coloro che vedono il Concilio Vaticano II come rivoluzionario e in rottura con la tradizione della Chiesa. Il Concilio Vaticano II va interpretato in continuità con la storia della Chiesa piuttosto che in rottura. Giovanni Paolo II e il Papa attuale Benedetto XVI erano dei riformatori all'interno del Concilio, lo stesso ruolo lo ebbe Newman".



Continua qui.

Thursday, July 8, 2010

Sulla via di Roma

Sulla via di Roma
Incontro con il rettore del seminario anglicano di Oxford


Robin Ward, rettore del seminario anglicano di Oxford, St. Stephen's House, insegna ai futuri pastori anglicani la storia del Movimento di Oxford fondato da John Henry Newman, il grande teologo che Benedetto XVI beatificherà il prossimo 19 settembre. Una laurea a Oxford proprio dove ha studiato lo stesso Newman, nel background di Robin Ward ci sono anche un dottorato in patristica ottenuto dall'Università di Londra, una esperienza di dieci anni come vicario nella parrocchia di Sevenoaks nel Kent e il ruolo di teologo onorario della cattedrale di Rochester.
Robin Ward, appartenente agli anglocattolici, la parte della Chiesa Anglicana più vicina a quella cattolica. Silvia Guzzetti, per SIR Europa, lo ha incontrato.

Perchè Newman è così importante per il Papa che ha deciso di beatificarlo personalmente?

"Newman è importante per due ragioni. Prima di tutto come pensatore perché è un teologo fondamentale nella storia della Chiesa, che ha formato col suo pensiero il Concilio Vaticano II. La seconda ragione è che il background teologico di Newman è simile a quello del Papa. Newman si occupava di patristica e di come la Chiesa e le sue dottrine si sono sviluppate, a partire dai primi secoli, fino a diventare quelle di oggi. Non era interessato al medioevo o a Sant'Agostino per esempio. Anche il Papa ha un forte interesse per la patristica".

Può fare un accenno alla teologia di Newman?

"Un esempio può essere la dottrina dell'Immacolata Concezione che è arrivata a diventare un punto fondamentale della fede cattolica. Newman era interessato a come essa si è sviluppata e a come i fedeli sono giunti al punto di credervi, quasi Maria fosse una nuova Eva.
Newman si distingueva anche dai teologi più in voga a Roma a quel tempo, Giovanni Perrone per esempio, per i quali era importante un approccio filosofico alla teologia
Per Newman era importante capire come il dogma della Immacolata Concezione si era sviluppato storicamente, come si rifaceva alle dottrine dei primi anni della Chiesa ed era originato da esse. Nel suo saggio del 1845 intitolato 'An essay on the development of christian doctrine', 'Sviluppo della dottrina cristiana', Newman ha studiato come la dottrina cattolica si è sviluppata fino a diventare quella che è oggi, a partire dai primi secoli. Per Perrone la prospettiva storica era meno importante. Lui studiava il dogma in modo speculativo, vedendo da dove derivava e come si ricollegava ad altre dottrine".

Era questo a distinguere Newman dai suoi compagni del movimento di Oxford che decisero di restare nella Chiesa Anglicana?

"Sì, l'approccio di Newman è del tutto diverso da quello del protestantesimo che si rifà alla Bibbia per i contenuti della fede e critica la Chiesa Cattolica perchè ha tradito la Chiesa originaria dei primi secoli aggiungendo nuove dottrine o punti di fede.Edward Bouverie Pusey e John Keble che fondarono, insieme a Newman, il movimento di Oxford, che poi darà vita alla parte anglocattolica della Chiesa di Inghilterra, decisero di rimanere nella Chiesa Anglicana".

Che peso aveva per Newman la fede della gente comune nello sviluppo della dottrina cristiana?

"Nel pamphlet intitolato 'On consulting the faithful in matters of doctrine', 'Sul problema di consultare i fedeli in materia di dottrina', Newman scrisse che il consenso dei fedeli può servire a preservare importanti dottrine della Chiesa. Un punto di vista che dà molto valore ai laici e che venne ripreso dal Concilio Vaticano II".

Quindi per Newman era importante il pensiero dei laici?

"Newman non pensava che toccasse ai laici scegliere le dottrine della Chiesa Cattolica ma era convinto che consultare la gente comune fosse un importante barometro per la Chiesa e che, se la Chiesa si teneva aggiornata su quello che i laici pensavano, faceva attenzione alla vita di tutta la Chiesa.
Ma Newman fu sempre molto attaccato alla Chiesa e alla sua autorità. Era attaccato alla Chiesa Anglicana quando era anglicano e divenne poi attaccato alla Chiesa Cattolica quando si fece cattolico. Divenne cattolico proprio perché si convinse che la religione aveva bisogno di un'autorità e che soltanto la Chiesa Cattolica aveva autentica autorità".

Può parlarci della conversione di Newman e di come si trovò nella Chiesa cattolica.

"La cosa straordinaria è che Newman decise di diventare cattolico soltanto leggendo e studiando teologia perché si convinse che la Chiesa Cattolica era depositaria della verità. Arrivò a Roma per via intellettuale. Non conosceva bene nessun cattolico, non aveva mai frequentato una Chiesa Cattolica. Il suo passaggio non era motivato da nessun rapporto personale, ma da una convinzione spirituale".

Qualche volta si legge che fu infelice nella Chiesa Cattolica.

"Non penso che questo fosse il caso. A volte Newman si è lamentato, ma questo è un atteggiamento tipicamente inglese, l'abitudine a svalutare sempre un po' quello che si sta facendo. Di fatto fu sempre molto impegnato anche dopo la sua conversione, segno che era contento di vivere.
Nel 1854 divenne rettore dell'Università Cattolica di Dublino e mantenne un forte appetito per il suo lavoro. Da sacerdote cattolico si buttò a capofitto anche negli impegni pastorali, dedicando molto tempo ai suoi parrocchiani, confessando e predicando".

Newman viene da qualcuno presentato come il campione della coscienza progressiva contro l'autorità. Che cosa ne pensa?

"Penso che sia una interpretazione sbagliata. La sua famosa frase 'Brindo alla coscienza prima e poi al Papa' non è stata letta in modo corretto ed è stata usata, dalla parte più liberale della Chiesa, per dire che Newman preferiva, all'autorità del Papa, quella della coscienza. In realtà Newman è convinto che la coscienza, nella quale crede profondamente, lo porterà sempre alla Chiesa e ad accettare quello che la Chiesa presenta come vero. Per Newman la coscienza era come una finestra nel muro dalla quale si poteva vedere l'autorità della Chiesa.
Per Newman è importante che la coscienza arrivi, attraverso la propria convinzione personale, liberamente a convertirsi ma è inevitabile che succeda così".

E per quanto riguarda l'insinuazione che Newman fosse un omosessuale perché sepolto nella stessa tomba dell'amico Ambrose St. John.

"Si tratta di una congettura ridicola e senza fondamento che non porta da nessuna parte. Si può spiegare col fatto che la nostra epoca non è in grado di capire il tipo di amicizia che si sviluppava tra gli uomini in epoca vittoriana. Si trattava di amicizie molto intense e affettuose ma niente affatto sessualizzate".

© Copyright Sir Europa

Tuesday, July 6, 2010

Il Papa in Gran Bretagna beatificherà Newman

VIAGGIO APOSTOLICO

Il Papa in Gran Bretagna beatificherà Newman

Padre Lombardi: la visita dal 16 al 19 settembre


DA ROMA GIANNI CARDINALE

C on una dichiarazione del direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi, la Santa Sede ha ufficializzato la visita di Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia del prossimo settembre. «Accogliendo – ha affermato padre Lombardi – gli inviti del governo di sua maestà Elisabetta II regina del Regno Unito e delle Conferenze episcopali cattoliche di Inghilterra-Galles e della Scozia, sua santità Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre 2010». Il 'portavoce' vaticano ha anche elencato quali saranno gli appuntamenti previsti nella visita. «Nel corso del viaggio – ha dichiarato – il Papa farà visita alla regina nel Palazzo reale di Holyroodhouse a Edimburgo, presiederà la celebrazione eucaristica nel Bellahouston Park di Glasgow, incontrerà i rappresentanti del mondo politico, culturale e imprenditoriale nel palazzo di Westminster, parteciperà ad una celebrazione ecumenica nell’abbazia di Westminster, presiederà la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Westminster e la veglia di preghiera ad Hyde Park a Londra. Infine, presiederà la celebrazione per il rito di beatificazione del venerabile cardinale John Henry Newman nel Cofton Park di Birmingham». Il viaggio del Papa era stato già annunciato lo scorso 16 marzo, congiuntamente, dal governo di Londra e dalla Conferenze episcopali di Scozia e di Inghilterra e Galles. Sarà la seconda visita di un vescovo di Roma in un Paese dove, dopo la Riforma e fino al XIX secolo, i cattolici erano erano stati perseguitati e discriminati. E a tutt’oggi ad un cattolico è preclusa la successione al trono. Si tratterà comunque della prima visita di Stato con tanto di incontro con la regina Elisabetta II. La visita di Giovanni Paolo II, dal 28 maggio al 2 giugno 1982 infatti, pur coincidendo con il ristabilimento delle piene relazioni diplomatiche (e in pieno conflitto anglo argentino per la sovranità sulle isole Falkland-Malvinas), fu una semplice visita pastorale. Nel sito ufficiale del viaggio papale poi vengono forniti ulteriori particolari della visita di Benedetto XVI anche se non ancora 'certificati' dalla Santa Sede. Il Papa pernotterà sempre a Londra e avrà un incontro anche con il primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, e pregherà davanti alla tomba del Milite ignoto e nella cappella di Sant’Edoardo il confessore nell’abbazia di Westminster. Significativo infine il fatto che Benedetto XVI, derogando dalla prassi stabilita all’inizio del suo pontificato, abbia scelto di presiedere in prima persona la cerimonia di beatificazione di Newman senza delegare un suo rappresentante.

Avvenire, 6 luglio 2010