Thursday, July 8, 2010

Sulla via di Roma

Sulla via di Roma
Incontro con il rettore del seminario anglicano di Oxford


Robin Ward, rettore del seminario anglicano di Oxford, St. Stephen's House, insegna ai futuri pastori anglicani la storia del Movimento di Oxford fondato da John Henry Newman, il grande teologo che Benedetto XVI beatificherà il prossimo 19 settembre. Una laurea a Oxford proprio dove ha studiato lo stesso Newman, nel background di Robin Ward ci sono anche un dottorato in patristica ottenuto dall'Università di Londra, una esperienza di dieci anni come vicario nella parrocchia di Sevenoaks nel Kent e il ruolo di teologo onorario della cattedrale di Rochester.
Robin Ward, appartenente agli anglocattolici, la parte della Chiesa Anglicana più vicina a quella cattolica. Silvia Guzzetti, per SIR Europa, lo ha incontrato.

Perchè Newman è così importante per il Papa che ha deciso di beatificarlo personalmente?

"Newman è importante per due ragioni. Prima di tutto come pensatore perché è un teologo fondamentale nella storia della Chiesa, che ha formato col suo pensiero il Concilio Vaticano II. La seconda ragione è che il background teologico di Newman è simile a quello del Papa. Newman si occupava di patristica e di come la Chiesa e le sue dottrine si sono sviluppate, a partire dai primi secoli, fino a diventare quelle di oggi. Non era interessato al medioevo o a Sant'Agostino per esempio. Anche il Papa ha un forte interesse per la patristica".

Può fare un accenno alla teologia di Newman?

"Un esempio può essere la dottrina dell'Immacolata Concezione che è arrivata a diventare un punto fondamentale della fede cattolica. Newman era interessato a come essa si è sviluppata e a come i fedeli sono giunti al punto di credervi, quasi Maria fosse una nuova Eva.
Newman si distingueva anche dai teologi più in voga a Roma a quel tempo, Giovanni Perrone per esempio, per i quali era importante un approccio filosofico alla teologia
Per Newman era importante capire come il dogma della Immacolata Concezione si era sviluppato storicamente, come si rifaceva alle dottrine dei primi anni della Chiesa ed era originato da esse. Nel suo saggio del 1845 intitolato 'An essay on the development of christian doctrine', 'Sviluppo della dottrina cristiana', Newman ha studiato come la dottrina cattolica si è sviluppata fino a diventare quella che è oggi, a partire dai primi secoli. Per Perrone la prospettiva storica era meno importante. Lui studiava il dogma in modo speculativo, vedendo da dove derivava e come si ricollegava ad altre dottrine".

Era questo a distinguere Newman dai suoi compagni del movimento di Oxford che decisero di restare nella Chiesa Anglicana?

"Sì, l'approccio di Newman è del tutto diverso da quello del protestantesimo che si rifà alla Bibbia per i contenuti della fede e critica la Chiesa Cattolica perchè ha tradito la Chiesa originaria dei primi secoli aggiungendo nuove dottrine o punti di fede.Edward Bouverie Pusey e John Keble che fondarono, insieme a Newman, il movimento di Oxford, che poi darà vita alla parte anglocattolica della Chiesa di Inghilterra, decisero di rimanere nella Chiesa Anglicana".

Che peso aveva per Newman la fede della gente comune nello sviluppo della dottrina cristiana?

"Nel pamphlet intitolato 'On consulting the faithful in matters of doctrine', 'Sul problema di consultare i fedeli in materia di dottrina', Newman scrisse che il consenso dei fedeli può servire a preservare importanti dottrine della Chiesa. Un punto di vista che dà molto valore ai laici e che venne ripreso dal Concilio Vaticano II".

Quindi per Newman era importante il pensiero dei laici?

"Newman non pensava che toccasse ai laici scegliere le dottrine della Chiesa Cattolica ma era convinto che consultare la gente comune fosse un importante barometro per la Chiesa e che, se la Chiesa si teneva aggiornata su quello che i laici pensavano, faceva attenzione alla vita di tutta la Chiesa.
Ma Newman fu sempre molto attaccato alla Chiesa e alla sua autorità. Era attaccato alla Chiesa Anglicana quando era anglicano e divenne poi attaccato alla Chiesa Cattolica quando si fece cattolico. Divenne cattolico proprio perché si convinse che la religione aveva bisogno di un'autorità e che soltanto la Chiesa Cattolica aveva autentica autorità".

Può parlarci della conversione di Newman e di come si trovò nella Chiesa cattolica.

"La cosa straordinaria è che Newman decise di diventare cattolico soltanto leggendo e studiando teologia perché si convinse che la Chiesa Cattolica era depositaria della verità. Arrivò a Roma per via intellettuale. Non conosceva bene nessun cattolico, non aveva mai frequentato una Chiesa Cattolica. Il suo passaggio non era motivato da nessun rapporto personale, ma da una convinzione spirituale".

Qualche volta si legge che fu infelice nella Chiesa Cattolica.

"Non penso che questo fosse il caso. A volte Newman si è lamentato, ma questo è un atteggiamento tipicamente inglese, l'abitudine a svalutare sempre un po' quello che si sta facendo. Di fatto fu sempre molto impegnato anche dopo la sua conversione, segno che era contento di vivere.
Nel 1854 divenne rettore dell'Università Cattolica di Dublino e mantenne un forte appetito per il suo lavoro. Da sacerdote cattolico si buttò a capofitto anche negli impegni pastorali, dedicando molto tempo ai suoi parrocchiani, confessando e predicando".

Newman viene da qualcuno presentato come il campione della coscienza progressiva contro l'autorità. Che cosa ne pensa?

"Penso che sia una interpretazione sbagliata. La sua famosa frase 'Brindo alla coscienza prima e poi al Papa' non è stata letta in modo corretto ed è stata usata, dalla parte più liberale della Chiesa, per dire che Newman preferiva, all'autorità del Papa, quella della coscienza. In realtà Newman è convinto che la coscienza, nella quale crede profondamente, lo porterà sempre alla Chiesa e ad accettare quello che la Chiesa presenta come vero. Per Newman la coscienza era come una finestra nel muro dalla quale si poteva vedere l'autorità della Chiesa.
Per Newman è importante che la coscienza arrivi, attraverso la propria convinzione personale, liberamente a convertirsi ma è inevitabile che succeda così".

E per quanto riguarda l'insinuazione che Newman fosse un omosessuale perché sepolto nella stessa tomba dell'amico Ambrose St. John.

"Si tratta di una congettura ridicola e senza fondamento che non porta da nessuna parte. Si può spiegare col fatto che la nostra epoca non è in grado di capire il tipo di amicizia che si sviluppava tra gli uomini in epoca vittoriana. Si trattava di amicizie molto intense e affettuose ma niente affatto sessualizzate".

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